l00maca's Travel Blog

Ladro ci Narra di Nara

E’ il buon ladro a raccontarci cosa hanno combinato a Nara mentre io e kya eravamo morenti a letto. A voi il suo resoconto!

Partiamo dal viaggio di ritorno da Takayama verso Nara una delle città più antiche del Giappone.
Dopo un lungo viaggio su vari treni/taxi finalmente arriviamo in albergo dove abbandoniamo la coppia del gruppo (Max e Chiara) che è stata scherzosamente rinominata “Gli appestati”.
Dopo aver sistemato le valige in camera io, Bardo e Cumi ci prepariamo per uscire e dirigerci verso il grande parco di Nara che fortunatamente è molto vicino all’albergo.
Troviamo subito le tipiche torri Shintoiste con il loro antennoni televisivi ad accoglierci. Ci sono davvero tanti locali in giro che vanno fare la loro preghiera e suonare il campanaccio per l’Hatsumōde visto che è cominciato il nuovo anno. Qui incontriamo anche dei cervi nipponici (o sika) che stanno beatamente in mezzo alla gente passeggiando o sdraiati per terra come fosse la cosa più normale del mondo. Vediamo un turista farsi una selfie con un cervo e Bardo vuole subito imitarlo, ma l’impresa è più ardua del previsto, infatti non sembrano propensi a farsi fotografare assieme a lui (un po’ come le papere che si immergevano ogni volta che Cumi puntava l’obbietivo della macchina fotografica verso di loro); dopo svariati tentativi andati a male vediamo parecchi turisti che attirano l’attenzione dei cervi dandogli dei biscotti (alcuni di loro sono addirittura inseguiti dai più affamati), e infatti li vicino c’è un banchetto con un vecchietto che vende biscotti, mentre mi stupisco del fatto che non ci sia una ressa di cervi a cercare di mangiarseli tutti (probabilmente avranno un patto di non aggressione), il Bardo ha già comprato il suo pacchetto e comincia a fare altri tentativi dando biscotti in giro, e infatti poco dopo riesce nell’impresa di scattarsi la foto in compagnia di un cervo e soddisfatti continuiamo il giro nel parco.

il Bardo, tra i suoi simili.

il Bardo, tra i suoi simili.

Proseguiamo verso il grande tempio Tōdai-ji, incrociamo una strada principale dove incontriamo i classici venditori ambulanti di varie di cibarie giapponesi dove Cumi e Bardo decidono di prendere delle immense patate dolci, io invece opto per un più classico bastoncino di Takoyaki e infatti sembra la scelta migiore visto che loro non riescono a finirle e ne lasciano un pezzo da parte dicendo “questa poi la diamo a Pito” (quella patata è rimasta in dono alla nostra stanza d’albergo). Arriviamo finalmente al tempio dopo aver passata una stradina piena di gente (e di cervi che cagano tranquillamente palline di M ovunque) e bancarelle di ogni tipo (quando dico di ogni tipo sono serio, vendevano addirittura giochi per consolle e ho visto anche esposta una PS4).

Such is life in the neverending weel of Karma

Such is life in the neverending weel of Karma

Entramo nel tempio dove ci saluta un’immensa statua del Budda, facciamo il giro scattando varie foto anche ai vari discepoli (altre statue ma di dimensioni più contenuta) e Cumi ci racconta che c’è una colonna bucata che si dice porti fortuna a chi riesce ad attraversarla, infatti poco più avanti vediamo una folla di gente intorno ad una colonna e una fila di persono che vogliono provare: per i bambini è facile per altri no, un paio rinunciano altri barano facendosi tirare fuori dalla parte opposta, penso che potrei provare, probabilmente ci riuscirei ma non ho voglia di faticare quindi proseguiamo il giro…
All’uscita del tempio ci sono una serie di bancarelle di souvenir e il Bardo decide di fare il suo acquisto: un cappello della mascotte di Nara un cervo di nome Shikamaru-kun (poi da noi rinominato Shikamario), per la sua collezione di cappelli buffi.

Capite cosa intendevo con "i suoi simili" ora?

Capite cosa intendevo con “i suoi simili” ora?

Ci spostiamo verso la parte est del parco di Nara ci infiliamo in stradine varie per andare verso il Kasuga-taisha un tempio pieno di laterne di pietra (oltre 3000) ma a quanto pare siamo entrati dalla parte sbagliata visto che tutti vanno dalla parte opposta, chiediamo informazioni ad un giovane monaco ma ci viene detto che è solo un caso, quindi proseguiamo il nostro giro sotto lo sguardo di tutti con la senzazione di essere davvero dei baka-gaijin…

"Frank, pensi mai che a volte nella vita potrebbe esserci qualcosa di meglio che mangiare in modo assurdo?" "oh, stai zitto Carl"

“Frank, pensi mai che a volte nella vita potrebbe esserci qualcosa di meglio che mangiare in modo assurdo?” “oh, stai zitto Carl”

Si è fatto tardi, il tempio sta per chiudere (erano circa la 17) e cominciava a farsi buio ma noi imperterriti saliamo su una stradina sterrata nella quale incontriamo i caratteristici alberi/ceppi o pietre adornati da corde shimenawa, i quali dovrebbero essere dimora di spiriti, c’è anche una strana montagnola di sassi appoggiati con cura, ci viene anche a noi la tentazione di poggiare il nostro sassolino, ma per timore di far danno proseguiamo verso l’uscita del parco.
Bardo non è ancora soddisfatto vuole visitare un altro tempio, io penso che ormai sarà chiuso visto l’orario e da come vanno le cose in Giappone ma ci dirigiamo li comunque “visto che la strada è la stessa per tornare in albergo” (non è vero, vengo ingannato). Arriviamo li ed è chiuso…

lol, turisti

lol, turisti

Sono circa le 18:30-19 e i ristoranti sono già pieni di gente, ci viene l’idea di fermarci in qualche bettola per strada ma non vogliamo spaventare come al solito i camerieri quindi decidiamo di mangiare al ristorantino di fronte all’albergo dove ci vengono serviti degli ottimi Okonomiyaki per Bardo e Cumi, mentre io opto per la specialità della casa: un’omelette ripiena di maionese e carne di maiale.

Sazi torniamo in albergo a riposare visto che l’indomani ci aspetta il viaggio verso Kyoto.

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